Il titolo di questa mostra, fortemente e insistentemente voluto dall’artista, sottolinea la sua ferrea volontà a non essere associato ad un’unica tecnica artistica e alla capacità di saltare da un contesto espressivo ad un altro con grande facilità come succede nelle note e nei passi del rock n’roll.
Attualmente lo vediamo coinvolto da una nuova filosofia espressiva dove protagonista assoluta è la spasmodica e tormentata ricerca di una libertà individuale, estetica ed espressiva in continua lotta con le nuove regole sociali tendenti invece ad una sudditanza e ad uno schiavismo dell’essere umano. Si vedano ad esempio le icone di Facebook e di Instagram presenti nell’opera Supplicium che sembrano sostituirsi alle figure dei due ladroni dell’iconografia della crocefissione di Cristo; al centro compare l’uomo (quasi fosse un Cristo contemporaneo) in continua lotta per l’affermazione del suo essere sul dio denaro, in questo specifico caso rappresentato da una banconota che ne stringe il cuore.
Ancora una lotta avviene per la libertà di espressione della donna che a fatica riesce a mostrarsi dal drappo, violentemente trattenuta da una presa soffocante come nell’opera Tormentum.
E non per ultimo affronta il fenomeno del body shaming con la piccola scultura FatFalla.
L’ultima sezione della mostra è dedicata al fruitore il quale non è più solo spettatore e visitatore ma diventa componente attivo nella realizzazione dell’opera d’arte entrando in contatto con diverse tecniche e materie.